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Riforma della Rai, le Associazioni di stampa rivendicano la centralità delle sedi regionali

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Sono i territori il cuore dell’informazione della Rai e dai territori bisogna ripartire per un concreto programma di cambiamento del sistema. È il messaggio, forte, che arriva da cinque associazioni regionali di stampa: Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Sicilia e Sardegna, che affrontano con un documento unitario il tema dell’informazione regionale.

«Proprio nel momento in cui l’azienda presenta il piano Gubitosi finalizzato a riportare le news a uno “standard internazionale” – è stato spiegato – occorre piuttosto dipanare il nodo locale. Bene ha fatto l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti della Rai, che presentando la proposta RaiPiù, ha indicato la “presenza sul territorio” come uno degli elementi chiave della Rai del futuro. Qualsiasi progetto di riorganizzazione efficace e sostenibile dell’azienda, infatti, non potrà che valorizzare – anche grazie alla presenza di redazioni decentrate rispetto alla sede regionale – l’informazione regionale riconoscendone la centralità».

«L’informazione del servizio pubblico radiotelevisivo deve uscire dalla burocratica “logica delle prefetture”, che, in alcune regioni garantisce, cioè, una presenza strutturata soltanto nei capoluoghi. Si deve piuttosto tenere conto dell’articolazione e della specificità territoriale, della rilevanza sociale, produttiva e culturale del territorio. Si deve considerare, insomma, anche la realtà che il territorio esprime sul piano dell’informazione. Si tratta di un fondamentale servizio pubblico di prossimità che, in alcune regioni, svolge anche una delicata funzione di tutela e di valorizzazione delle minoranze linguistiche e delle specificità culturali riconosciuti dagli Statuti speciali di autonomia, norme di rango costituzionale. Affinché le redazioni regionali possano continuare sulla strada di un’informazione locale di qualità occorrono investimenti tecnologici e formazione. Ma è inoltre necessaria una diversificazione dei percorsi di selezione dei giornalisti che consenta anche un reclutamento su base territoriale, già in occasione del prossimo concorso nazionale».

«Urgono dunque nuove procedure di assunzione che valorizzino al meglio le risorse giornalistiche presenti nelle singole regioni, in modo da poter ridurre la mobilità su scala nazionale che crea spesso disagi organizzativi nelle redazioni e personali ai colleghi che ne sono direttamente coinvolti. Fermi restando i requisiti di professionalità richiesti dall’azienda, in alcune redazioni della Tgr devono essere rafforzate le competenze linguistiche, reperibili in loco, e le sensibilità culturali necessarie allo svolgimento di quel ruolo di tutela delle minoranze che la legge 482 del 1999 assegna alla società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo».

«Auspichiamo che si apra su questi temi un largo confronto tra l’Usigrai, con la Fnsi e le Associazioni regionali di stampa, con l’azienda e i rappresentanti istituzionali dei territori».

Associazione della stampa del Friuli Venezia Giulia
Associazione della stampa sarda
Associazione siciliana della stampa
Associazione stampa valdostana
Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige

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