Pubblichiamo di seguito il documento programmatico della maggioranza che sostiene Raffaele Lorusso, eletto segretario della Fnsi nel congresso di Chianciano Terme, che si è chiuso nei giorni scorsi.
Vogliamo un sindacato capace di svolgere sia un forte ruolo di impulso e raccordo tra gli enti di categoria, sia le sue funzioni più tipiche di guida dell’azione sindacale.
Capace di pensare con la stessa sensibilità ai dipendenti e ai non dipendenti, per i quali devono essere previsti ruolo e risorse maggiori.
Con una struttura adatta a fornire risposte immediate e indicazioni operative a associazioni e colleghi e contemporaneamente dotata della sensibilità necessaria per raccogliere e valorizzare le migliori pratiche elaborate sui territori.
Un sindacato capace sia di analisi che di sintesi nella sua identità federale.
Vogliamo una contrattazione che punti anche a nuova occupazione, impostata con coraggio e senza tabù, una contrattazione ad ampio orizzonte, dalle redazioni alla libera professione, dagli uffici stampa alla comunicazione. Una politica contrattuale che, nell’era della convergenza digitale, coinvolga a pieno titolo l’Usigrai, che veda al tavolo in prospettiva tutte le controparti, per tutti i media, dalla Fieg alle associazioni datoriali di altri settori, Aeranti-Corallo, Aran, Frt, ma anche Confindustria e tutte le associazioni rappresentanti delle imprese che hanno l’informazione e la comunicazione tra i propri interessi. Una contrattazione che abbia al centro anche il lavoro parasubordinato, che richiede maggiori tutele e risorse.
Vogliamo un welfare nuovo, orientato alla sostenibilità, certo, ma soprattutto a una ridefinizione del patto sociale e intergenerazionale oggi necessario e indifferibile, che passi anche attraverso una redistribuzione delle risorse in nome di una nuova solidarietà.
Proponiamo di invertire la rotta difronte alla crisi, privilegiando azioni e strumenti capaci di conservare l’occupazione,da ridefinire con coraggio e rivendicare con forza da un Parlamento e un governo che stanno legiferando in materia di lavoro e ammortizzatori sociali in modo preoccupante.
Dobbiamo ridefinire il lavoro di domani, anche al di fuori del settore editoriale tradizionale, costruendo un nuovo modello capace di orientare il cambiamento. E le imprese dovranno capire che se non accettano questa sfida rischiano la residualità.
La Fnsi di domani dovrà difendere ancora la libertà di informazione da ogni bavaglio, dovrà combattere per rivendicare le misure di sostegno al settore che sole, nel mercato di oggi, tutelano il diritto dei cittadini ad una informazione completa e plurale.
La Fnsi dovrà continuare a impegnarsi a tutela del servizio pubblico, che la politica non può e non deve considerare asservibile alle logiche di partito, ma deve finalmente liberare destinando risorse certe.
Non dobbiamo avere paura di chiedere nuove norme, a partire da una nuova regolamentazione delle risorse del mercato, ma anche una revisione completa della 416, il Freedom of information act, un nuovo modello di formazione professionale che sia pratica e spendibile, orientata a anticipare i cambiamenti del mercato e della professione, un quadro in cui i giornalisti possano essere coinvolti nei processi decisionali delle imprese.