La giunta della Federazione nazionale della stampa italiana, che si è riunita la scorsa settimana con le Associazioni regionali di stampa, ha proclamato quattro giornate di sciopero nazionale dei giornalisti italiani per rivendicare la riapertura della trattativa contrattuale con la Fieg
I giornalisti dei quotidiani, delle agenzie di stampa, dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata si asterranno dal lavoro venerdì 29 e sabato 30 settembre; i giornalisti dei quotidiani e delle agenzie di stampa attueranno altre due giornate di sciopero nazionale giovedì 5 e venerdì 6 ottobre alle quali parteciperanno anche i colleghi dei quotidiani free press; i giornalisti della Rai e di tutta l’emittenza radiotelevisiva nazionale attueranno le altre due giornate di sciopero lunedì 16 e martedì 17 ottobre. Le modalità dello sciopero dei giornalisti dei periodici saranno decise dal coordinamento nazionale dei cdr del settore convocato nei prossimi giorni in videoconferenza a Milano e a Roma.
«Il sindacato dei giornalisti – si legge in una nota della Fnsi del 7 settembre scorso – si vede costretto a riprendere le azioni di mobilitazione e di lotta a causa dell’incomprensibile ostinato rifiuto degli editori a qualunque tavolo di confronto sia per quanto riguarda il rinnovo contrattuale sia sulla riforma della previdenza dell’Inpgi e sui provvedimenti in favore dei colleghi disoccupati. Nonostante l’intervento del ministro del Lavoro Cesare Damiano, che ha incontrato a luglio separatamente la Fieg e la Fnsi, la Federazione degli editori ha finora negato la disponibilità anche ad un incontro di tipo informale, mentre la Federazione nazionale della stampa si è detta disposta ad una trattativa senza pregiudiziali ma sulla base di una pari dignità delle due parti.
La categoria, ed anche l’opinione pubblica conoscono bene le ragioni del duro scontro che oppone i giornalisti e gli editori, a cominciare dalla situazione sempre più drammatica del precariato giornalistico e della maggior parte dei freelance, sfruttati, mal pagati e spesso ricattati. Un problema di civiltà e di autonomia dell’informazione che riguarda l’intero Paese e non può lasciare indifferenti le Istituzioni e il Parlamento. La Fieg minaccia inoltre la solidità dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani negando un’intesa sulle proposte di riforma presentate dall’Istituto e dalla Fnsi e condivise esplicitamente dagli stessi editori.
Confermiamo una forte volontà di raggiungere intese accettabili in tempi rapidi, ma siamo pronti a proseguire nell’attuazione, non soltanto dei quattro giorni di sciopero, le cui date sono state decise oggi, ma anche degli altri otto giorni già proclamati nel luglio scorso dal Sindacato dei giornalisti. La Fnsi ha deciso di promuovere una serie di iniziative di comunicazione sulla vertenza sia nei confronti della categoria, con assemblee nelle redazioni, sia verso i cittadini che hanno diritto ad una informazione migliore frutto del lavoro di professionisti rispettati e liberi».