L’Associazione Stampa Valdostana e l’Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta esprimono solidarietà verso una collega, collaboratrice del quotidiano La Stampa, per l’ennesima volta bersagliata da gruppi no-vax nati durante la pandemia, vittima di accuse false.
I fatti si sono svolti durante il Consiglio regionale della scorsa settimana, ma continuano ancora oggi, usando i social network come cassa di risonanza: la giornalista – e la sua testata, a cui Asva e Ordine esprimono vicinanza – è finita nel mirino dell’ormai classico schema dei gruppi che fanno disinformazione, accusata di aver mentito e di aver riportato i fatti in maniera distorta.
In prima battuta, la collega è stata avvicinata da un’esponente no-vax mentre usciva dalla tribuna stampa per andare alla toilette. Al termine di un primo scambio, la stessa persona ha atteso la giornalista all’uscita dai servizi, sventolando la fotocopia della prima pagina di un quotidiano critico verso i vaccini: un atteggiamento non certo sintomo della volontà di un legittimo scambio di opinioni. L’«appostamento» si è concluso con una pioggia di accuse nei confronti della collega, del quotidiano con cui collabora e più in generale di tutta la stampa «non amica» di chi si è opposto alla campagna vaccinale.
Usando toni inappropriati e violenza verbale, la collega è stata accusata di mentire, di essere al soldo delle case farmaceutiche, oltre ad altre accuse ormai sempreverdi all’interno dei gruppi no-vax. Terminata la discussione di un’interpellanza sul tema dei vaccini anti Covid-19, la giornalista è stata avvicinata da due persone che erano presenti nella tribuna del pubblico, per ottenere la cancellazione di alcune fotografie appena scattate, con atteggiamenti minacciosi e così scomposti da portare all’intervento dell’addetto alla sicurezza del Palazzo regionale per evitare che la situazione degenerasse.
L’Asva – sindacato unico e unitario dei giornalisti valdostani – e l’Ordine non possono accettare che una giornalista sia ostacolata mentre svolge il suo lavoro. Quello accaduto (e che prosegue sui social) è soltanto l’ultimo episodio che ha visto vittima la stessa collega, in passato oggetto di un «comizio» sulla sua persona e sul suo operato, tenuto in piazza durante una manifestazione contro l’allora «green pass».
L’Asva e l’Ordine ritengono pericoloso il clima di odio che si è creato e che continua a essere alimentato nei confronti dei giornalisti impegnati a documentare un fenomeno che interessa la società. Episodi come quelli accaduti, che possono essere visti come casi isolati e senza conseguenze, rappresentano il germoglio di un’escalation che vede i giornalisti bersaglio mobile di chi ha scelto di fare di un’informazione parziale, delle fake news e di una totale assenza di deontologia il proprio credo.