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Salvare l'Inpgi per tutelare l’autonomia dei giornalisti

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Il sit-in al Pantheon della Fnsi per difendere l'Inpgi
Il sit-in al Pantheon della Fnsi per difendere l'Inpgi

Una delegazione della Valle d’Aosta ha partecipato alla manifestazione unitaria organizzata dalla Fnsi a Roma: «Ora il governo faccia la sua parte».

Il giornalisti italiani credono che le nuvole si possano diradare, dopo la tempesta perfetta che si è abbattuta sulla professione e di conseguenza sull’Inpgi. Per il salvataggio dell’istituto previdenziale, pilastro portante dell’autonomia del giornalismo, si devono intraprendere percorsi seri e sostenibili, già indicati dall’attuale consiglio di amministrazione dell’ente, sui quali la categoria si deve trovare unita.

Un segnale importante, in questa direzione, è arrivato dalla manifestazione promossa dalla Federazione nazionale della stampa italiana lo scorso mercoledì 18 dicembre, al Pantheon, con i vertici dell’Inpgi, della Casagit e dell’Ordine dei giornalisti. Per la Valle d’Aosta erano presenti il presidente dell’Associazione Stampa Valdostana, Daniele Mammoliti, il consigliere nazionale della Fnsi, Benoît Girod, ed Enrico Romagnoli, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti e componente del Consiglio generale dell’Inpgi.

Nel Consiglio nazionale della Fnsi, che si è riunito subito dopo, il messaggio è stato ulteriormente rafforzato chiedendo al governo i segnali attesi da tempo. Dopo oltre un decennio di espulsioni dalle redazioni (nel solo 2018 sono stati persi 871 rapporti di lavoro attivi), l’Inpgi è in forte difficoltà: lo scorso anno ha fatto registrare un rosso della gestione previdenziale di oltre 147 milioni. Servono pertanto misure urgenti, come l’allargamento della platea dei contribuenti, consentendo di immettervi ossigeno anche attraverso i contributi dei comunicatori, finora esclusi. Ma serve soprattutto l’avvio di un confronto, anche con gli editori, per una complessiva riforma del settore dell’editoria che salvaguardi un bene comune di rilevanza costituzionale: la libera informazione. Pur apprezzando alcune importanti aperture del sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, ciò che è stato inserito nella Manovra di bilancio 2020 non può che preoccupare: sono previsti altri prepensionamenti che, senza la contestuale messa in sicurezza dell’Inpgi, non faranno che peggiorare la situazione della previdenza professionale.

Un’operazione incoerente e senza copertura finanziaria che porta il sindacato a mettere in campo «tutte le azioni di mobilitazione e di lotta, fino alla convocazione dello sciopero generale».

Benoît Girod

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