«Sugli Stati generali dell’editoria e dell’informazione voluti dal sottosegretario Vito Crimi non riponiamo grande fiducia perché alle parole che sono state pronunciate, anche da esponenti del governo, fanno da contraltare atti che invece vanno nella direzione opposta». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, intervenuto ad Aosta all’assemblea dell’Associazione Stampa Valdostana nell’ambito della campagna «No tagli No bavagli» lanciata dalla Federazione nazionale della stampa italiana dopo il 28° congresso della stampa italiana.
«Un governo non parla attraverso le dichiarazioni dei propri ministri e dei propri sottosegretari, ma attraverso gli atti – ha aggiunto Lorusso – e se gli atti dicono che c’è stato un taglio, se gli atti dicono che sono diminuite le risorse, dicono che non si è voluto fare nulla per contrastare il precariato nel settore giornalistico, penso ad esempio il modo con cui si abusa della figura del co.co.co.: se il buongiorno si vede dal mattino non ci si potrà aspettare un granché fermo restando che io sarò felicissimo di essere smentito».
Secondo il segretario generale della Fnsi inoltre «all’emergenza tagli si aggiunge l’emergenza bavagli: tra i tanti provvedimenti più volte annunciati, ma mai adottati, c’è anche quello che serve a contrastare le azioni risarcitorie temerarie che sono vere e proprie intimidazioni nei confronti dei colleghi. Su questo non è stato fatto nulla né nella passata legislatura né in questa».
La presenza del segretario generale della Fnsi ad Aosta è coincisa con l’avvio di un confronto tra l’Associazione Stampa Valdostana e le istituzioni regionali riguardo a una proposta per una nuova legge sull’editoria. «Chiediamo fondi per l’innovazione e per il lavoro», ha spiegato il presidente dell’Asva, Benoît Girod.
«Un’informazione plurale, libera e di qualità, cioè indipendente, completa e imparziale, è una condizione necessaria per l’esistenza di una comunità democratica – ha aggiunto – e se la Valle d’Aosta vuole continuare a essere una comunità, per di più autonoma, ci si deve porre seriamente il problema di sostenere e rilanciare un sistema informativo basato sulla qualità del lavoro giornalistico e sul pluralismo delle fonti».
Secondo il presidente dell’Assostampa valdostana «anche alla Valle d’Aosta servirebbero degli Stati generali dell’informazione, ma fatti più seriamente di quanto sta avvenendo a livello nazionale. L’editoria e l’informazione regionali vivono un momento molto delicato, in cui ci sono esperienze imprenditoriali interessanti che stanno investendo e stanno cercando di innovare, di crescere e di creare posti di lavoro – ha concluso Girod – e poi c’è una zona grigia di abusivismo al di fuori del perimetro di una regolazione dei rapporti di lavoro giornalistici e anche della normativa professionale: una legge per l’editoria dovrebbe anche fare chiarezza e distinguere tra gli editori che investono e assumono giornalisti e tra gli pseudo-editori che giocano una partita violando le regole».