Al lavoro quattro commissioni bilaterali, entro due mesi i primi rapporti
Parte il confronto tra la Fieg e la Fnsi per il rinnovo del contratto di lavoro giornalistico, scaduto il 31 marzo scorso. «Non un passo scontato», lo ha definito il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, sottolineando come il confronto avvenga in un momento di profonda crisi del settore dell’informazione con molte imprese in difficoltà e una sostenibilità economica del sistema precaria.
Benché distanti su molte questioni, Fieg e Fnsi hanno ritenuto che il negoziato sia imprescindibile, anche alla luce di una politica debole, assente che considera nemica l’informazione, e hanno deciso di attivare, già dalla prossima settimana, quattro tavoli di lavoro, divisi per temi, che entro i prossimi due mesi dovranno presentare i loro rapporti.
Una commissione si occuperà dell’Inpgi, ammortizzatori sociali e formazione; la seconda si occuperà dello studio dell’aggiornamento del contratto in relazione a nuove figure professionali e nuovi modelli organizzativi che l’innovazione tecnologica e la convergenza crossmediale richiedono; la terza dovrà definire misure di compatibilità relative al fondo integrativo di fine rapporto (la cosiddetta ex fissa); l’ultima si occuperà della ridefinizione contrattuale del lavoro parasubordinato e autonomo con l’obiettivo, per il sindacato, delle integrazioni contrattuali e del giusto compenso, per gli editori (per oggi) di una riorganizzazione funzionale del lavoro giornalistico.
Accanto alle quattro commissioni, è stato istituito un tavolo istituzionale permanente di vertice Fieg-Fnsi, già impegnato nella messa a punto di proposte comuni e iniziative per quanto riguardo le riforme legislative di interesse comune (welfare, diritto d’autore, pubblicità, google). In particolare, editori e sindacato ritengono che la crisi non possa essere scaricata solo sulle parti sociali, ma necessiti di un interlocuzione con i pubblici poteri per una riforma del welfare di settore che abbia un carattere attivo in funzione del lavoro professionale, dell’occupazione, dei giovani, della formazione, della trasformazione industriale.
«Siamo pronti al confronto, sappiamo che la sfida è impegnativa e che il momento è grave. Agli editori – spiega Siddi – che chiedono discontinuità diciamo che se questo significa aggiornamento del contratto nell’ottica dello sviluppo professionale, siamo disponibili, se invece è un tentativo di “sbaraccare” il contratto, siamo contrari. Questo significherebbe aprire il conflitto. Anche un rinnovo senza soldi, come annunciato dal presidente Giulio Anselmi, sia pure in tempi di ristrettezza, è impensabile. Serve senso della giusta visione del sistema, ma anche realismo e concretezza».