La commissione Giustizia del Senato ha votato mercoledì 19 maggio il disegno di legge sulle intercettazioni. Una legge che rende le notizie di cronaca un crimine e che nega la disponibilità all’informazione come bene pubblico dei cittadini. Sull’argomento riportiamo la nota di ieri del segretario generale della Fnsi, Franco Siddi:
«Il voto della maggioranza della commissione Giustizia del Senato sul ddl intercettazioni questo pomeriggio è una brutta pagina. Faremo di tutto perché sia cancellata ricorrendo a tutti i mezzi possibili. Le norme che vietano il diritto di cronaca, persino su atti non più coperti da segreto, che impediscono ai cittadini di sapere come procedono le inchieste giudiziarie, di avere notizia dei misfatti di corrotti e corruttori sono di una gravità inaudita.
Il sindacato dei giornalisti farà una resistenza ed un’opposizione incessante. È un disegno imposto dalla politica di comando alla maggioranza parlamentare che non ha eguali in nessun Paese di democrazia avanzata. Questa legge rende le notizie di cronaca un crimine e punta a nascondere, vietandone ogni notizia, le malefatte dei corrotti e i crimini più odiosi contro le persone. Manda invece in galera i giornalisti, strangola, con le multe, gli editori, chiude in camera blindata le informazioni. Non è in gioco un privilegio dei giornalisti ma la disponibilità dell’informazione come bene pubblico dei cittadini.
Adesso è caduto anche l’ultimo velo, quello della privacy che – avevamo sempre denunciato – era ed è una scusa paravento, un inganno. Ed è evidentissimo come si voglia punire chiunque possa disturbare il manovratore solo perché dispone – e lealmente le offre ai cittadini – delle informazioni di interesse pubblico.
La Fnsi chiama i giornalisti alla mobilitazione permanente; invita i comitati di redazione a segnalare ogni giorno, usando anche gli strumenti del contratto, tutti i casi di notizie che d’ora in poi saranno interdette, se la legge avrà il varo definitivo, a fare ancora più informazione sulle vicende che si vogliono oscurare e a chiedere ai Direttori di listare a lutto le loro testate finché non ci sarà un ravvedimento nel corso dell’ulteriore processo parlamentare. Alle Associazioni di stampa è chiesto di verificare, insieme con i cdr, l’organizzazione di manifestazioni regionali da collegare ad un’iniziativa diffusa nel Paese che culminerà nello sciopero nazionale. Agli editori il sindacato dei giornalisti chiede di ribadire l’iniziativa comune per bloccare comunque gli effetti di un disegno scellerato. Ai cittadini, ai gruppi della società civile, al mondo della cultura e del lavoro, l Fnsi propone un’iniziativa civica di larga portata e di carattere permanente, definendo insieme, in tempi brevi, le azioni pubbliche più opportune per far rientrare questa operazione illiberale e incivile. La Fnsi crede nelle istituzioni parlamentari – verso le quali la fiducia oggi è inevitabilmente incrinata – e in quelle di giustizia.
Un minuto dopo l’eventuale varo finale della legge sulle intercettazioni secondo i criteri con cui sta emergendo dalla commissione Giustizia del Senato, sarà presentato ricorso alla Corte europea di Giustizia per i diritti dell’uomo, insieme con la Federazione internazionale dei giornalisti».