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Fnsi, Asva e Subalpina: «Non esistono giornalisti di serie A e di serie B»

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Non esistono giornalisti e giornalismi di serie A e di serie B e il sindacato non permetterà alcuna modifica contrattuale che vada in questa direzione. È la posizione assunta dai redattori piemontesi e valdostani dell’editoria locale, riuniti in assemblea in rappresentanza di oltre quaranta testate, nella sede dell’Associazione Stampa Subalpina, con il segretario generale aggiunto dell Fnsi, Giovanni Rossi, i rappresentanti della giunta esecutiva e del dipartimento sindacale Sandro Devecchi, Guido Besana e Enrico Ferri, il vicesegretario della Subalpina Stefano Tallia e il presidente dell’Associazione Stampa Valdostana, Giorgio Macchiavello.

I giornalisti piemontesi e valdostani esprimono quindi preoccupazione per la decisione della Fipeg di disdettare unilateralmente l’intesa siglata con le associazioni stampa Subalpina e Valdostana, un accordo nato per dare ascolto alle esigenze della piccola editoria locale e che in questi anni di applicazione ha assicurato dignità professionale ai giornalisti e qualità professionale alle testate.

La scelta della Federazione dei piccoli editori, che avviene in un quadro di salute economica del settore, rischia di aprire incognite in un’area importante dell’informazione regionale e appare poco giustificabile sia alla luce delle precedenti intese che consentivano già importanti risparmi alle imprese, sia alle luce dei corposi finanziamenti pubblici che arrivano a queste aziende, alcune delle quali hanno anche recentemente cambiato la loro natura sociale per accedere ai finanziamenti riservati alle cooperative.

Ulteriori tentativi di recuperare redditività usando la leva dei salari dei giornalisti – già sufficientemente “calmierati” – non sarebbero accettabili. E non è questo purtroppo il solo segnale preoccupante che giunge dall’editoria locale: su tutti, va ricordata la chiusura del settimanale “La Nuova” di Settimo Torinese, avvenuta nello scorso mese di luglio in assenza di una reale crisi economica o diffusionale e che ha lasciato senza posto di lavoro tre colleghi. Giornalisti che ancora oggi attendono una proposta per la loro ricollocazione.

Non si può poi non sottolineare con ulteriore allarme come questa vicenda si sia sviluppata in concomitanza con l’acquisto del gruppo editoriale di cui faceva parte “La Nuova” da parte di Gianluigi Viganò, vicepresidente dell’Uspi, l’Unione della stampa periodica italiana, associazione che ha siglato un’intesa con Cgil, Cisl e Uil alla quale il sindacato dei giornalisti non riconosce alcun tipo di legittimità e contro la quale si opporrà in ogni sede, politica e giudiziaria. Ai colleghi de “La Nuova” vanno ancora tutta la solidarietà e il sostegno del sindacato dei giornalisti nelle iniziative politiche e legali a difesa dei loro diritti.

Rinnovando la piena disponibilità ad aprire da subito il dialogo con la Fipeg (come già fatto dal segretario generale della Fnsi, Franco Siddi), ribadiamo che scelte estremiste e unilaterali come queste non rappresentano un buon viatico per il confronto e ci auguriamo che il tavolo di trattativa possa aprirsi con una reale e reciproca volontà di dialogo.

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