La sentinella del Nord Ovest e della sua provincia, con uno sguardo aperto sul mondo e una storia di autorevolezza lunga più di 150 anni. Ora bisogna vendere (o forse svendere?) e farlo alla svelta. Dimenticando ogni garanzia per i lavoratori e le necessarie prospettive di sviluppo industriale. Non si può svilire in questo modo il ruolo de La Stampa. L’Associazione Stampa Subalpina, l’Associazione Ligure Giornalisti e l’Associazione Stampa Valdostana sono al fianco dei colleghi del quotidiano di Torino, del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta, che oggi non è in edicola, e di tutti i giornalisti del gruppo Gedi.
Non dare certezze ai lavoratori, dismettere purché sia senza garanzie sull’acquirente e sulle prospettive di sviluppo è l’unico obiettivo dell’attuale proprietà. È una decisione che comporta dei rischi per il pluralismo dell’informazione nel nostro Paese. La cessione della Repubblica, della Stampa, delle radio Capital, Deejay, M2O, di altre testate come Huffington Post e Limes è l’ultimo passo dello smantellamento sistematico di quello che fu il gruppo Espresso: una scelta sciagurata iniziata dal Nord Est e che oggi si vuole completare in grande fretta. Subalpina, Ligure e Asva sono vicine ai colleghi – compresi i collaboratori freelance, sempre più indispensabili per essere in edicola ogni giorno – in questo momento di difficoltà.
Il cdr della Tgr Rai della Valle d’Aosta è «vicino ai colleghi de La Stampa. La redazione di Aosta conta quattro assunti e una decina di collaboratori, di cui due professionisti, e rimane (così come le altre sedi del Nord Ovest), un presidio fondamentale per il territorio.
Come ribadito dal sindacato Usigrai, la conferma che il quotidiano è in vendita è arrivata dopo settimane di accorate smentite, anche da parte dell’editore in persona. Non si può mettere in vendita una testata storica e autorevole come se fosse un avanzo di magazzino, senza alcuna certezza per i lavoratori». Il cdr della Tgr è «al fianco del cdr della Stampa, delle Associazioni di stampa Subalpina, Ligure, Valdostana e della Fnsi per tutte le iniziative che vorranno intraprendere a difesa della testata e dei posti di lavoro».







