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L'Asva scrive al presidente della Regione: «Stupore per le modalità di accesso alle conferenze stampa»

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Girod: «Puntiglio regolamentare fuori luogo e fuori misura»

Egregio Presidente della Regione architetto Pierluigi Marquis,
abbiamo letto con stupore l’email inviata dall’ufficio stampa della Regione relativa alle “modalità di accesso” alla “conferenza stampa del governo regionale”. Una sensazione di disagio e di irritazione che evidentemente ha colto diversi colleghi che hanno sollecitato una presa di posizione del sindacato, minacciando anche di disertare i prossimi appuntamenti.

Hanno colpito in particolare i toni del documento, che sembra più una circolare prefettizia di ordine pubblico che una comunicazione tra una struttura di servizio della pubblica amministrazione e gli organi di informazione. Un puntiglio regolamentare francamente fuori luogo e fuori misura che interrompe tra l’altro una tradizione di “porte aperte” della conferenza stampa della giunta regionale che i presidenti della Regione che si sono succeduti negli ultimi decenni hanno sempre voluto mantenere e che non ha mai posto problemi.

Problemi si potrebbero presentare invece sui quattro criteri delle “modalità d’accesso”. Essi oltre a ingessare – e, temiamo, irregimentare – il rapporto tra media e amministrazione, descrivono solo in parte il mondo dell’informazione: esistono, magari oggi non in Valle d’Aosta ma domani chissà, anche i freelance che non hanno direttori a cui far firmare carte intestate, per fare un esempio.

Non possiamo inoltre non rilevare un atteggiamento tutt’altro che inclusivo riguardo alla redazione di un “elenco dei giornalisti accreditati” oltre che un certo disprezzo per i lavoratori dell’informazione (“La conferenza si svolge in condizioni di normale decoro e rispetto”, c’è bisogno di dirlo?).

Trapela poi una – speriamo involontaria ma comunque ingiustificata – tendenza alla chiusura: le interviste dovrebbero essere “autorizzate”, per non parlare delle restrizioni alle riprese video e alle registrazioni audio anch’esse soggette ad autorizzazione. Una situazione paradossale per quella che si chiama “conferenza stampa” che è, per definizione, un momento pubblico e quindi documentabile in toto, senza filtri.

Ci spiace inoltre leggere tra le righe una sgradevole sensazione di aver improvvisamente bisogno di un servizio di tutoraggio (“l’ordine degli interventi e delle domande è stabilito dal presidente, con il supporto dell’ufficio stampa”, come se fino ad oggi i cronisti si fossero distinti in risse per chi prende la parola per primo). La preghiamo pertanto di voler riconsiderare questa iniziativa, confermando sin da ora la nostra disponibilità a un confronto più approfondito sui temi sommariamente sopra enunciati.

RingraziandoLa per l’attenzione, Le porgiamo distinti saluti.

Per il direttivo dell’Associazione Stampa Valdostana, il presidente Benoît Girod

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