L’Associazione Stampa Valdostana e l’Ordine dei giornalisti della Valle d’Aosta richiamano l’attenzione di testate, editori e iscritti sulla necessità di adoperarsi, ciascuno nel proprio ambito, per continuare a preservare dignità professionale ai giornalisti e qualità professionale alle testate, nell’interesse anche delle imprese. Ciò si rende particolarmente necessario in questo periodo per la fase delicata che sta attraversando il mondo dell’informazione, da un lato con la trattativa Fnsi-Fieg per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico e dall’altro con la proposta della legge di riforma dell’Ordine dei giornalisti che vede la categoria impegnata sui diversi fronti.
Ordine e Associazione riconfermano con forza che non esistono giornalisti e giornalismi di serie A e di serie B. Per quanto attiene al sindacato, non sarà permessa alcuna modifica contrattuale che vada in questa direzione; per quanto riguarda l’Ordine, sarà verificata (in sede di revisione) la regolarità della retribuzione anche sotto l’aspetto della scansione temporale dei pagamenti delle spettanze e delle ritenute d’acconto. L’attività è prevista come obbligatoria dalla normativa ordinistica ed è mirata a salvaguardare il decoro della professione, legato in parte proprio alla retribuzione, che non può essere uno strumento di condizionamento (quantitativo e qualitativo) del prodotto giornalistico.
L’Asva rinnova, poi, la propria preoccupazione per l’ostilità della Fipeg al contratto di categoria previa decisione di disdettare unilateralmente l’intesa siglata con le associazioni stampa Subalpina e Valdostana, quest’ultima nata per dare ascolto e risposta proprio alle esigenze della piccola editoria locale. Sul versante sindacale, la nuova posizione della Federazione dei piccoli editori, già stigmatizzata ad agosto dalla Fnsi, rischia seriamente di generare incognite in un’area importante dell’informazione regionale e appare poco giustificabile sia alla luce delle precedenti intese che consentivano già importanti risparmi alle imprese, sia alla luce dei corposi finanziamenti pubblici che arrivano a queste aziende.
Ordine e sindacato ribadiscono che al di fuori degli accordi siglati dagli organismi legittimati e istituzionalmente riconosciuti a rappresentare la categoria non esistono percorsi che permettano l’accesso alla professione giornalistica e invitano pertanto gli iscritti a prestare la massima attenzione per non cadere in subdole trappole e rimanere senza tutele.
Ogni decisione che contrasti l’applicazione del contratto giornalistico non resterà priva di conseguenze anche sotto il profilo dell’erogazione di contributi da parte delle amministrazioni pubbliche. In base alla nuova legge regionale sull’editoria, i contributi non possono essere elargiti a chi non rispetta i contratti di lavoro di categoria.
L’Ordine, poi, ricorda che l’esercizio della professione giornalistica è disciplinato dalla legge istitutiva numero 69 del 1963 e che l’impegno professionale a tempo pieno o comunque continuativo al di fuori dei dettami normativi costituisce un abuso, previsto e punito dal codice penale. Ulteriori tentativi di recuperare la redditività delle imprese usando la leva degli stipendi dei giornalisti – già sufficientemente “calmierati” – non saranno accettati dal sindacato e saranno valutati con estrema attenzione dall’Ordine ai fini del mantenimento o dell’iscrizione negli elenchi professionali. Rinnovando il sindacato la piena disponibilità ad aprire da subito il dialogo con la Fipeg per ricercare soluzioni condivise si ribadisce che scelte unilaterali non verranno riconosciute e saranno contrastate in tutte le sedi.