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L'Asva: «Da forze dell'ordine e procura un silenzio che non serve a nessuno»

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Il Palazzo di giustizia Giovanni Selis di Aosta
Il Palazzo di giustizia Giovanni Selis di Aosta

L’esercizio della professione giornalistica e il diritto dei cittadini ad essere informati, il cui valore è riconosciuto dalla Costituzione, in Valle d’Aosta rischiano di essere ostacolati da un incomprensibile atteggiamento di chiusura totale da parte delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente, in particolare sugli ultimi fatti di cronaca.

Le disposizioni previste dalla recente riforma Cartabia, dietro cui sempre più spesso le forze dell’ordine e la magistratura si riparano, non giustificano decisioni di questo genere, con un’interpretazione restrittiva e di totale chiusura dei rapporti con gli organi di informazione. In poco tempo, è stato cancellato del tutto un rapporto basato su diritti e doveri che si consideravano acquisiti, in un quadro democratico ormai consolidato.

La situazione, deterioratasi da mesi, è peggiorata ulteriormente negli ultimi giorni quando, su alcuni gravi e inquietanti fatti di cronaca – in parte tuttora irrisolti -, è calato un incomprensibile silenzio stampa, che oggi ha addirittura portato al divieto di ingresso per i giornalisti al Palazzo di giustizia di Aosta. È un fatto mai accaduto prima e che ha, tra le sue conseguenze più gravi, il proliferare di informazioni imprecise e di ricostruzioni fantasiose, alimentate dal silenzio degli inquirenti.

Per questo motivo – in un’ottica di totale collaborazione con le forze dell’ordine e con la magistratura inquirente – l’Associazione Stampa Valdostana, sindacato unitario dei giornalisti valdostani, chiede un confronto per trovare un equilibrio: occorre garantire, in un quadro di regole, di correttezza e di reciproche responsabilità (anche deontologiche) la qualità dell’informazione e l’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini.

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