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I giornalisti dell'Ansa contrari a nuovi tagli: 48 ore di sciopero. La solidarietà della Fnsi

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L’assemblea dei giornalisti dell’agenzia Ansa ritiene «irricevibile» il piano di tagli agli stipendi dei redattori e alle collaborazioni ipotizzato dall’azienda, per recuperare i minori ricavi legati all’emergenza sanitaria per il nuovo coronavirus. Lo scrive in una nota, con cui proclama 48 ore di sciopero a partire dalle 7 di venerdì 15 maggio. L’Ansa è l’unica agenzia di stampa nazionale ad avere una sede di corrispondenza anche in Valle d’Aosta. Chiede solidarietà al governo, al Parlamento e alla società civile.

Pubblichiamo di seguito la nota dell’assemblea e la solidarietà della Fnsi ai colleghi.

«L’assemblea dei giornalisti dell’Ansa ritiene irricevibile il piano prospettato dall’azienda per recuperare gli ipotizzati minori ricavi legati all’emergenza sanitaria Covid-19. Le misure avanzate comprometterebbero gravemente la capacità dell’Ansa di assicurare un notiziario qualitativamente e quantitativamente adeguato alle esigenze del Paese in un momento in cui il ruolo dell’informazione è quanto mai essenziale. Un indebolimento, quello prospettato, che pare ancora più inconcepibile alla luce del riconoscimento della funzione che la politica tutta e le istituzioni hanno tributato all’Ansa in questa fase drammatica del Paese, nella quale il lavoro della redazione, che ha operato in smart working in assenza di dotazioni tecnologiche adeguate, è stato unanimemente ritenuto indispensabile nella lotta alle fake news.

Per l’ennesima volta l’azienda intende raggiungere il pareggio dei conti scaricando i costi sui redattori e ancor peggio sui collaboratori e sui precari dell’agenzia, privati non solo di prospettive, ma anche di una retribuzione dignitosa, con la pretesa, inoltre, di raggiungere l’obiettivo entro il 2020. Con queste premesse si ritiene impossibile qualsiasi confronto con l’azienda, confronto che sarebbe ipotizzabile solo sulla base di una prospettiva di rilancio con una conseguente riorganizzazione del lavoro.

La redazione negli ultimi 15 anni ha subito progressivi tagli di organico e sacrifici economici che hanno compromesso il futuro dell’agenzia, rendendo così palese che l’assetto proprietario, immaginato 75 anni fa per garantire al Paese una fonte di notizie imparziale e indipendente, è ormai del tutto inadeguato ai tempi.

I giornalisti dell’Ansa chiedono all’azienda un piano industriale e rivolgono un appello al governo, al Parlamento, alla società civile e a tutte le forze democratiche, con cui proseguiranno un serrato confronto, perché facciano sentire la loro voce affinché si impediscano scelte che metterebbero a rischio uno dei principali pilastri del sistema informativo nazionale.

L’assemblea dei redattori dell’Ansa indice uno sciopero di 48 ore a partire dalle 7 di venerdì 15 maggio, proclama lo stato di agitazione e invita le redazioni a riunirsi subito dopo l’assemblea per definire possibili iniziative a sostegno dell’attività sindacale.

L’assemblea affida al cdr un pacchetto di ulteriori 10 giorni di sciopero e lo sollecita ad avviare una azione che porti all’esterno la vertenza dell’Ansa attraverso una campagna di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei nostri lettori».​

La solidarietà della Fnsi

«La Federazione nazionale della stampa italiana è al fianco dei colleghi dell’Ansa e sostiene le ragioni del loro sciopero – dice Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi -. È singolare che, nelle stesse ore in cui il governo ha trovato le risorse per prorogare le convenzioni con le agenzie di stampa, l’azienda abbia annunciato un piano lacrime e sangue che, oltre a penalizzare la redazione e i collaboratori, rischia di pregiudicare la qualità e la quantità di informazione che l’agenzia è tenuta ad assicurare proprio in forza dei contratti stipulati con lo Stato».

Lorusso aggiunge: «Le misure annunciate dall’azienda sembrano sproporzionate rispetto alle pur innegabili criticità create dalla crisi degli ultimi due mesi. Nella fase eccezionale che il Paese sta ancora vivendo, i giornalisti italiani stanno dimostrando grande senso di responsabilità, lavorando spesso in condizioni di difficoltà. È necessario che anche le aziende facciano la loro parte, puntando, anche grazie al sostegno del governo, a potenziare e arricchire l’offerta informativa su tutte le piattaforme, senza ragionare in termini di tagli indiscriminati del costo e dei posti di lavoro».

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